Monday, May 3, 2010

lunare

fonte:  http://kelsocartography.com/


...hai più pensato a quel progetto
di esportare la piadina romagnola?


Facciamo dopo il diploma?
Samuele Bersani, Freak, 1995

piada quasi romagnola 
500 gr farina
50 gr strutto
1 cucchiaino di sale fine
un pizzico di bicarbonato
acqua o latte per impastare (200 ml, un bicchiere circa)

per 8-10 piade oppure 8 cassoni ripieni

Si procede come per la sfoglia, con tagliere e mattarello. 
Sul tagliere versare la farina, nel cratere nel mezzo della farina mettere strutto, sale, bicarbonato e un poco di liquido (acqua o latte). Impastare bene, aggiungendo i liquidi con cautela, fino ad ottenere un impasto sodo. Far riposare l'impasto raccolto "a palla" per un paio d'ore coperto da un burazzo (canovaccio - ben pulito e privo di odori), oppure surgelare per futuri convivii. 
Dividere l'impasto in una decina di palline, da stendersi con il mattarello e con l'ausilio di un po' di farina. Lo spessore dovrebbe essere di circa 3-4 mm, la forma circolare: la piada è  un fatto poetico e la sua rotondità imperfetta.
Scaldare il testo (oppure una pentola antiaderente con il fondo pesante, pulitissima e non unta).
Appoggiare sul testo la piada, ruotandola con i polpastrelli. Forare le bolle che si formano in cottura con una forchetta. Cuocere un paio di minuti per lato, fino ad ottenere una superficie simile a quella dell'immagine, pallida luna costellata di crateri dorati.
Se si desidera una piadina sottile, non lesinare sui grassi e ridurre i tempi di cottura.
La piada era pane della povertà: io fatico a immaginarla senza strutto. Se il medico e il senso di colpa incombono, ricorrere all'olio extravergine d'oliva.

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